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Mettere in regola la baby sitter sì, ma come? Di seguito una piccola guida per  orientarsi  fra tipologie e durata del contratto di assunzione baby sitter, pratiche burocratiche,  scadenze e adempimenti.

Fare un regolare contratto di assunzione alla baby sitter è sempre consigliabile. Dare la paga baby sitter in nero non conviene. Non alla baby sitter, evidentemente. Ma neanche e soprattutto a te: facendo un regolare contratto ti assicuri che la baby sitter sia responsabile della custodia di tuo figlio anche da un punto di vista formale, e ti metti al riparo da ogni problema futuro.

Tra l’altro mettere in regola la baby sitter non è complicato. Vediamo quali sono le cose da sapere. E quelle da fare.

Contratto baby sitter 2019: quale scegliere?

Per rispondere a questa domanda ti serve quantificare l’impegno della baby sitter. Se hai bisogno di aiuto per varie ore alla settimana e per un periodo continuato, la cosa migliore è mettere in regola la baby sitter con un regolare contratto di assunzione. Questo anche se l’orizzonte temporale è breve. Se per esempio hai bisogno di una tata solo qualche mese e per mezza giornata, puoi fare un contratto da baby sitter 20 ore settimanali a tempo determinato, per esempio.

Se invece hai bisogno di una baby sitter occasionale, solo qualche ora ogni tanto, puoi regolarizzarla con il Libretto di Famiglia INPS

Assunzione baby sitter con contratto lavoro domestico

Il lavoro di baby sitter è regolamentato all’interno del CCNL sulla Disciplina del Lavoro Domestico, come quello di colf e badanti. In breve, le principali  cose da sapere sul contratto da baby sitter:

  1. la baby sitter va “inquadrata” (cioè nel contratto le va riconosciuto un livello da cui dipenderà la sua retribuzione) secondo il suo livello di esperienza, la sua formazione, le mansioni che deve svolgere; i livelli vanno da A (più basso) a DS (D super), il più alto;
  2. se la baby sitter vive a casa tua, devi predisporre un contratto da baby sitter convivente, la cui retribuzione si calcola su base mensile; in caso contrario farai un contratto da baby sitter non convivente e stabilirai il compenso su base oraria;
  3. l’orario di lavoro full-time per la baby sitter convivente è di 54 ore; il contratto baby sitter part-time per baby sitter conviventi è a 30 ore. Per le baby sitter non conviventi il contratto a tempo pieno è di 40 ore a settimana: se la baby sitter ti serve per un numero inferiore di ore devi farle un contratto part-time, per esempio un contratto da baby sitter 20 ore settimanali;
  4. secondo il contratto la retribuzione delle  baby sitter non può scendere sotto una soglia minima, definita per ciascun livello e stabilita ogni anno; la retribuzione deve comprendere i contributi previdenziali. Leggi  sul nostro post sulle tariffe baby sitter 2019 .

Inquadramento e retribuzione minima della baby sitter

Come dicevamo, i livelli di inquadramento baby sitter  dipendono dall’esperienza della baby sitter e dalle sue mansioni. Per esempio, se hai deciso di mettere in regola una baby sitter che ha meno di 1 anno di esperienza potrai inquadrarla al livello AS. Se invece ha più esperienza, dovrai inquadrarla al livello B super. E via a salire, fino al livello D super che spetta a chi è più una istitutrice che una baby sitter (cioè si occupa più di educare e istruire i bambini che di sorvegliargli o intrattenerli).

Va da sé che più il livello sale, più sale anche la retribuzione minima, cioè la soglia di compenso orario o mensile a partire dalla quale dovrai stabilire quanto pagare la tua baby sitter.

Le regole del contratto da baby sitter sono identiche, sia che si tratti di un contratto a tempo indeterminato sia che si tratti di un contratto a tempo determinato. L’unica differenza è che in questo caso il contratto avrà una fine “naturale” al momento concordato, senza bisogno di licenziamento o dimissioni. Utilizza questo tipo di assunzione se hai bisogno di una baby sitter regolarmente per un periodo limitato di tempo (p. es tutti i giorni per sei mesi).

Stesso discorso per il full-time o il part-time. Se hai bisogno di una baby sitter solo il pomeriggio per 5 o 6 giorni alla settimana, le farai un contratto da 20/25 ore settimanali che seguirà le regole generali del CCNL.


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CCNL lavoro domestico: obblighi e diritti del datore di lavoro

L’assunzione di una baby sitter  secondo il CCNL comporta anche una serie di altre obbligazioni in materia di ferie, permessi, tredicesima, indennità di vitto e alloggio, periodo di prova, straordinari, malattia e preavviso in caso di licenziamento o dimissioni. Il contratto è stato firmato nel 2013 e sebbene scaduto nel 2016 non è stato più rinnovato. Però ogni anno vengono aggiornati i cosiddetti “minimi retributivi”, cioè la soglia minima di retribuzione della baby sitter. Per conoscere quali sono, leggi il nostro post sulle tariffe baby sitter 2019.

In ogni caso, specifica tutto nella lettera di assunzione (leggi un po’ più giù come scriverla) e poi rispetta quello che hai concordato con la baby sitter. 

Ogni tre mesi versa i contributi INPS: sarà l’INPS stesso a inviarti i bollettini precompilati. Li potrai pagare on line con carta di credito, alla Posta o dai tabaccai del circuito Lottomatica. Tutte le altre info sulla copertura previdenziale e assicurativa della baby sitter (come calcolare i contributi INPS, quando pagare ecc) le trovi nei nostri post dedicati ai contributi baby sitter 2019  e alle agevolazioni fiscali per chi assume una baby sitter.

Attivare il contratto di assunzione della baby sitter

Step by step, ecco cosa devi fare per formalizzare il contratto di assunzione di una baby sitter, convivente o no, a tempo determinato o indeterminato, part-time o full-time:

1. Prepara i documenti necessari

Accertati di avere copia del documento della baby sitter e del suo codice fiscale. Se assumi una baby sitter straniera devi avere anche il suo permesso di soggiorno. Se assumi una baby sitter tra i 16 e i 18 anni, serve anche il certificato di idoneità al lavoro rilasciato dall’ASL di zona e una dichiarazione in cui i genitori acconsentono a che la baby sitter dorma a casa vostra (baby sitter convivente) o che lavori presso di voi (baby sitter a ore); la dichiarazione deve essere vidimata dal sindaco del comune di residenza.

2. Scrivi la lettera di assunzione

Scrivi una lettera di assunzione in duplice copia. La lettera deve necessariamente indicare:

  • luogo di residenza tuo e della baby sitter
  • data di inizio del rapporto di lavoro (e fine nel caso di  assunzione  a tempo determinato)
  • mansioni baby sitter e livello di inquadramento
  • retribuzione
  • orario
  • indicazione del riposo settimanale
  • luogo di svolgimento dell’attività lavorativa
  • periodo di ferie e indicazione di obbligo alla trasferta (se vuoi portare la baby sitter in vacanza con te)
  • durata del periodo di prova.

3. Firma il contratto

Firma e fai firmare il contratto alla baby sitter e conservane una copia; il contratto non va registrato.

4. Registra il contratto baby sitter all’INPS

Comunica all’INPS l’inizio del rapporto di lavoro entro le 24 ore precedenti l’inizio del rapporto di lavoro; se hai il pin INPS puoi farlo direttamente on line sul sito dell’INPS, oppure puoi chiamare il Contact Center (803.164 gratuito da rete fissa, 06164164 da rete mobile). In alternativa puoi ricorrere a intermediari come CAF o patronati. 

Come pagare e mettere in regola la baby sitter occasionale 

Ma cosa succede se hai bisogno di una baby sitter in modo occasionale? Continua a leggere. Il modo per mettere in regola la baby sitter c’è. Quindi anche se per poche ore al mese, non tenere mai la baby sitter in nero, a garanzia sia tua che sua.

Come forse saprai, a marzo 2017 il Governo con un decreto legge ha deciso l’abolizione dei voucher INPS.  Molti genitori utilizzavano i voucher per pagare la baby sitter: dei 10 euro all’ora del valore nominale del voucher, 7 euro e 50 centesimi andavano alla baby sitter; il resto era destinato ad assicurare alla baby sitter la copertura previdenziale INPS ed assicurativa INAIL. 

Ma se la strada dei voucher INPS non è più percorribile, quali altri strumenti hai per mettere in regola la baby sitter “occasionale”?

Non il contratto di lavoro intermittente, o job on call, o contratto di lavoro a chiamata. Qua e là leggerai che è possibile utilizzarlo per regolarizzare e pagare il lavoro della baby sitter. Be’, non è vero. Non si può usare il contratto di lavoro intermittente per mettere in regola la baby sitter

Nemmeno i contratti di Co.Co.Co. vanno bene. Non ci sono proprio gli estremi per inquadrare una baby sitter con questo strumento; la normativa sui contratti Co.Co.Co non lascia spazio a dubbi.

E allora, che strumenti hai a disposizione per mettere in regola la baby sitter occasionale? Dal 2017 c’è il Libretto di Famiglia INPS. 

Libretto di Famiglia INPS: come funziona?

Il Libretto di Famiglia è lo strumento che, dopo l’abolizione dei voucher INPS nel 2017,  il Governo ha messo a punto per permettere alle famiglie di retribuire il lavoro domestico, le lezioni private, l’assistenza ai bambini e agli anziani. Quindi è proprio quello che ti serve per mettere in regola la baby sitter in tutti quei casi in cui il contratto di assunzione non è necessario.

Il Libretto di Famiglia è una sorta di carta prepagata, composta di titoli di pagamento: ogni titolo vale 10 euro. 8 euro sono destinati alla retribuzione della baby sitter (o della colf, o del professore che dà lezioni private a tuo figlio). 2 euro servono per le coperture INPS e INAIL. Ogni titolo può retribuire un’ora di lavoro. Non di più.

Poiché si tratta di un modo per pagare una baby sitter occasionale, ci sono dei limiti. Nel corso dell’anno non potrai spendere in questo modo più di 5.000 euro, e la baby sitter non potrà ricevere da te compensi totali superiori ai 2.500 euro. Questo vuol dire che la baby sitter dovrà avere più datori di lavoro per arrivare al tetto dei 5.000 euro, e tu dovrai ricorrere a più baby sitter se nel corso dell’anno avrai bisogno di più di 250 ore di baby sitting.

Mettere in regola la baby sitter occasionale con il Libretto di Famiglia

Utilizzare il Libretto di Famiglia per pagare la tua baby sitter è piuttosto facile. Non sono previsti grandi adempimenti burocratici. Però il Pin è davvero necessario. Vediamo cosa devi fare tu (l’Utilizzatore del Libretto secondo il linguaggio INPS), e cosa deve fare la baby sitter (il Prestatore, sempre secondo il linguaggio  INPS):

1. Acquista il libretto

Puoi acquistare il Libretto di Famiglia presso le filiali INPS o presso gli uffici postali. Presso questi stessi uffici potrai in seguito ricaricarlo: come abbiamo detto il Libretto è una sorta di card prepagata.

2.Registrati on line

Accedi e registrati sulla alla piattaforma tramite il servizio online dedicato. Lo stesso deve fare la baby sitter. Da questa piattaforma farete tutte le successive comunicazioni relative al lavoro di baby sitting. Oltre che dalla piattaforma on-line, tutte le comunicazioni possono essere fatte al Contact Center (vedi sopra),  anche dai patronati, dai consulenti del lavoro.

3. Comunica i dati della prestazione lavorativa

Una volta concluso il periodo di baby sitting, non oltre il terzo giorno del mese successivo alla data di fine della prestazione, accedi al portale INPS e comunica:

  • nome e altri dati della baby sitter;
  • il compenso pattuito;
  • il luogo di svolgimento della prestazione;
  • la durata;
  • l’ambito di svolgimento (assistenza ai bambini)
  • altre informazioni.

Una volta che tu avrai fatto questo, l’INPS invierà alla baby sitter una mail o uno sms di notifica. E, entro il 15 del mese, l’INPS erogherà il compenso alla baby sitter, secondo le modalità che lei avrà indicato in fase di registrazione. Facile, no?

E tu che strada hai scelto per mettere in regola la baby sitter: contratto o Libretto di Famiglia? Facci sapere, commenta e condividi!