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Neonato: cosa fare quando piange? E sarò capace di allattare? E come lo vesto, avrà caldo avrà freddo? L’insieme delle cure che un bambino appena nato ci richiede è sconfinato e inimmaginabile prima di diventare mamma. Eppure, a prendersi cura del neonato si impara. Vuoi cominciare subito? Continua a leggere.

Neonato primi giorni, si va a casa!

Quando si esce dal rassicurante ambiente dell’ospedale, in cui se avevamo un dubbio o un’angoscia fulminante sapevamo a chi chiedere, e si torna a casa, è normale avere un po’ paura. Col neonato cosa fare? Saremo in grado di interpretare i suoi bisogni? E poi  la stanchezza, lo sconvolgimento dei ritmi sonno/veglia, il riassetto ormonale, il tempo che non gira più come prima e sembra finire subito, il senso di solitudine. Per non parlare della paura di non farcela mischiata paradossalmente al desiderio di fare tutto da sola.

Alt. Il tempo del puerperio va regolato organizzato e a te stessa devi riservare le stesse cure che riservi al bambino, o quasi. Per non farti travolgere, prova ad applicare le 5 regole che abbiamo elencato qui sotto:

a casa col neonato infografica

Queste 5 regole ti sembrano fare al caso tuo? Allora vai a scoprire il seguito (ce ne sono altre 5) nel nostro post sul ritorno a casa dopo il parto.

Allattare al seno: come fare

Sui benefici dell’allattamento naturale rispetto all’allattamento artificiale non c’è molto da discutere: il latte materno è l’alimento più equilibrato, digeribile, igienico che il neonato possa assumere. Oltre a proteggere  il neonato dalle malattie  e dalle allergie, l’allattamento al seno previene il rischio di morte in culla. In più è pratico, economico (lo produci tu, non si compra!) e sempre alla giusta temperatura, anche fuori casa o in viaggio. Per garantire a te e al tuo bambino un allattamento naturale facile e felice:

  • scegli uno degli  ospedali amici dei bambini o almeno uno che assicuri il rooming in (il bambino dorme nella tua stanza non nella nursery);
  • attacca subito il bambino al seno, anche se ancora non hai latte: prenderà il colostro e stimolerà la montata lattea;
  • verifica che il neonato prenda in bocca tutta l’aureola e non solo il capezzolo, per evitare le dolorose ragadi al seno;
  • attacca il bambino a richiesta, lascia stare tutti i falsi miti sulle 3 o o 4 ore di intervallo.

Queste sono solo le info base. Naturalmente c’è molto altro da sapere, per esempio in merito ad alimentazione della mamma durante l’allattamento, allattamento e ciclo mestruale, fino a quando allattare… su questo e molto altro trovi info dettagliate sul nostro post di consigli su come allattare al seno.

Scegliere la babysitter per un neonato

In un momento di grandi cambiamenti e di stanchezza estrema come il puerperio, la cosa migliore da fare è accettare di non riuscire a farcela da sola. Nonostante noi mamme siamo un po’ afflitte dalla sindrome di onnipotenza (faccio tutto io, solo io so cosa serve al mio bambino, come faccio le cose io non le fa nessuno), nulla di più sbagliato. E di più nocivo per noi stesse e il bambino. Che trova giovamento non dall’avere una mamma perfetta e stressata, ma dall’avere una mamma contenta e in salute fisica e mentale. Quindi, nessun problema se ti fai aiutare. Anche da una babysitter. 


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Ci sono molte accortezze che puoi utilizzare per scegliere la babysitter giusta per un neonato: la principale è  quella di selezionare una persona con dell’esperienza accertata e consolidata nell’accudimento di bambini di pochissimi mesi. E, in questo caso, meglio chiedere referenze.

Pianto del neonato come interpretarlo

Il neonato non piange per la stessa ragione per cui piangono gli adulti. Nel caso dei bambini appena nati, che quando escono dal grembo materno sono del tutto dipendenti dall’esterno, il pianto è l’unico strumento di comunicazione e il più grande escamotage inventato dalla natura per garantire la sopravvivenza del neonato. Come si vede nel video qui sotto, il neonato piange per comunicarci tutta una  serie di cose diverse:

La reazione della mamma al pianto del neonato avvia il processo di accudimento, e la ricerca della soluzione al problema pianto (prendere in braccio,  cullare, dare il seno, cambiare il pannolino) coincide di fatto con la soddifazione dei bisogni del neonato. Certo, questo tema è centrale nella relazione con il bambino ed è anche il principale fattore di stress per tante mamme (oltre alla mancanza di sonno!): ti consigliamo di leggere anche il nostro articolo su perché un neonato piange per saperne un po’ di più.

Il sonno del neonato

I primi tre mesi il neonato dorme circa 18 ore al giorno. I cicli sonno veglia non seguono ancora certo quelli dei genitori, o l’alternanza luce/buio. Quindi, i risvegli notturni, anche annunciati dal pianto, sono perfettamente normali. Certo, stancanti per i neo-genitori ma perfettamente normali per il bebè. Il neonato si sveglia di notte non solo per la fame, ma anche per altri bisogni o sensazioni di disagio: il troppo caldo, la necessità di cambiare posizione, il desiderio di contatto con la mamma. L’importante è restare con lui, nutrirlo se quello è il problema o altrimenti rassicurarlo, rilassarlo, attendere che si riaddormenti.

Esistono poi molti accorgimenti che riguardano le condizioni del suo sonno: la temperatura della stanza (da tenere intorno ai 20°), l’abbigliamento, la posizione (che sia supina) e il dilemma lettone sì lettone no. Trovi tutti i dettagli nell’articolo che abbiamo dedicato al sonno dei bambini, nel paragrafo “Come far dormire un neonato“.

Come vestire il neonato

Come vestire il neonato d’inverno, per uscire nel freddo? O in primavera con quegli sbalzi di temperatura e i colpi di vento che fanno tanto paura alle mamme? Il linea generale, puoi regolarti secondo queste tre linee guida:

  • copri il neonato come ti copri tu, magari solo con uno strato in più (quello della magliettina intima);
  • d’inverno copri la testa del neonato per evitare la dispersione del calore; d’estate coprila per proteggerlo dal sole;
  • non usare materiali sintetici; a contatto della pelle solo il cotone,  la lana per gli strati esterni.

Naturalmente ci sono molti altri dettagli e accortezze, soprattutto su come vestire il neonato per dormire: le trovi nel nostro post dedicato all’abbigliamento del neonato.

Come si prende in braccio un neonato?

Prendere e tenere in braccio un neonato in modo sicuro è un’operazione che a qualcuno, mamme e più spesso papà, può far paura. In realtà la regola d’oro è una sola: la testa e il collo del neonato vanno sempre sostenuti. Sia quando si tira fuori il neonato dalla culla, per esempio, sia quando lo si tiene fra le braccia per cullarlo, allattarlo o fargli fare un giretto. Poi ci sono varie tecniche e varie posizioni, come spieghiamo nella nostra guida per immagini su come si prende in braccio un neonato.

neonato cosa fare

Bagnetto al neonato, cosa fare

Ma quanto è bello, sia per te sia per il tuo bebè, il momento del bagnetto? Peccato che per qualcuno il momento si accompagni a qualche incertezza o paura: paura che l’acqua sia troppo calda o troppo fredda, o che il bambino possa scivolarci di mano e andar giù. Paure legittime che però non devono bloccarci. In realtà  fare il bagnetto in totale sicurezza è facile:

  • riscalda l’ambiente intorno ai 22 gradi;
  • riempi una piccola tinozza o il lavandino con acqua intorno ai 37 gradi (fai la prova del gomito);
  • immergi il bambino sostenendo la testa fuori dall’acqua con una mano, mentre con l’altra lo “sciacquetti”;
  • non usare saponi ma solo acqua o al massimo amido di mais o di riso;
  • asciugalo bene ma non usare borotalco o creme;
  • tieni tutto vicino al fasciatoio e non lasciare mai il neonato incustodito, neanche per un secondo.

Se poi vuoi avere altre info, su come pulire gli occhi e le orecchie del neonato, il taglio delle unghie, lo shampoo, o il bidet senz’acqua… vai a leggere il nostro post su come lavare un neonato.

Imparare a cambiare il pannolino

Manovra misteriosa per chi è alle prime armi. Riuscire a cavarsela senza disastri fra pannolino sporco, sederino da lavare e pannolino nuovo da inserire, il tutto evitando il rischi di cadute mentre il bambino magari si dispera. Niente paura, imparare si può, leggere il nostro post su come cambiare il pannolino a un  neonato per credere.

Ciuccio al neonato, sì o no?

Quella del cuccio al neonato è una questione complessa, che suscita opinioni accese e contrastanti. Da una parte le mamme che lo propongono subito e con successo, perché il il neonato si tranquillizza subito. Dall’altra parte, le mamme che hanno paura il ciuccio impedisca al bambino di imparare la suzione al seno. O che rovini i denti e il palato (come il dito in bocca).

neonato ciuccio sì o no

In realtà l’istinto a succhiare risale a ben prima della nascita: verso la 13esima settimana di gestazione il feto comincia a mettersi il pollice in bocca. L’abitudine a voler succhiare anche quando non ha fame (“suzione non nutritiva” la chiamano i pediatri) il bambino la conserva anche dopo nato: serve a calmarlo, a regolarizzare il battito cardiaco e la respirazione, a gestire lo stress. Quindi il dito in bocca non è un “vizio” da estirpare subito. Secondo i pediatri dell’UPPA il ciuccio  non è  da vietare al bambino, posto che sia integrato nell’insieme dell’interpretazione dei bisogni del bambino e del suo accudimento. In particolare:

  • dopo che il bambino ha imparato a nutrirsi al seno, il ciuccio non rischia di interferire;
  • il ciuccio è statisticamente collegato alla diminuzione del rischio di morte in culla, anche se le cause non sono note;
  • fino ai 3 anni le eventuali deformazioni del palato si correggeranno da sole allo smettere del ciuccio e della suzione continua.

Cosa sono le coliche del neonato

Pianti irrefrenabili, il bambino inconsolabile che grida con le gambe stese e poi le ritrae, stringe i pugni. Tutto ciò dura anche per ore e anche tutti i giorni, soprattutto di sera. Le manovre per cercare di consolare il bebè sembrano non servire, oppure  a volte funzionano e a volte no: cullare, tenere in braccio a pancia in giù, fasciare con una copertina, piegare le gambe. Poi, quasi per magia, verso la fine del terzo mese il fenomeno scompare. Queste sono le cosiddette “coliche del neonato”. Ma nessuno sa bene cosa siano: i medici diagnosticano le coliche con la regola del tre (il bambino piange per 3 ore al giorno, almeno per 3 giorni a settimana, per 3 settimane di seguito). 

Si usa il termine “colica” ma non è mica il mal di pancia! La verità è che non si sa cosa siano le coliche, e non sono una malattia. Secondo alcuni pediatri, il pianto delle coliche è solo il modo che il neonato ha di esprimere un insieme di disagi, collegati a una determinata fase di sviluppo fisiologico che sta attraversando. Quindi, le coliche del neonato non esistono, potremmo dire.

Viaggiare col neonato si può

La nascita di un bambino non rappresenta certo la fine di tutta la tua vita precedente. Se ti piace viaggiare, il fatto di aver avuto un bambino non deve certo costringerti a smettere. Dopo il primo mese, nulla osta a che il bambino possa intraprendere un viaggio o andare in vacanza. Ovviamente le precauzioni sono quelle dettate dal buonsenso: sì alla montagna ma non all’alta quota, sì al mare ma al mattino presto o la sera, sì ai viaggi in destinazioni sicure dal punto di vista sanitario. Tra l’altro puoi anche aprofittare del fatto che in aereo i bambini così piccoli non pagano il posto. Nel post In vacanza col neonato trovi maggiori e dettagliate informazioni. Buon viaggio!

Infine, una raccomandazione. Goditi più che puoi il tempo con il tuo bambino, oltre all’accudimento materiale ci sono tante cose che puoi fare con lui: dal baby massage ai giochi per neonati da 0 a 12 mesi.