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Leggere le fiabe ai bambini: perché è così importante ? E cosa significa nella relazione fra genitore e bambino? C’è un modo “giusto” di leggere le storie ai bambini? Abbiamo chiesto a una psicologa specializzata di spiegarci cosa rappresenta  – per il bambino ma anche per l’adulto – il rito della lettura ai bambini.

C’era una volta un re…. leggere le fiabe ai bambini o raccontarle – inventate sul momento o recuperate dalla memoria – è stato per lunghissimo tempo un rito della giornata dei bambini. Prima di far dormire i bambini, o i pomeriggi d’inverno mamme, nonne, tate si prendevano un momento per  raccontare una storia. Ora, altri rituali competono con la lettura delle fiabe. Un cartone, un quarto d’ora di videogiochi. Tutto giusto, per carità. Costringere il bambino a regole anacronistiche non serve a molto, se non a isolarlo dalla sua realtà. Eppure, leggere le fiabe ai bambini, magari le fiabe classiche riscritte da Andersen o dai fratelli Grimm, quelle con Cappuccetto, il lupo, principesse in difficoltà e perfide matrigne fa bene.

Perché? Lo abbiamo chiesto a Simonetta Scazzosi, psicologa clinica e psicoterapeuta esperta in prsicologia dell’età evolutiva e psicologia scolastica.

Perché raccontare le fiabe ai bambini?

La finalità di leggere storie, fiabe, racconti a bambini in età prescolare non è quella di impartire una lezione, ma essenzialmente quella di stabilire un rapporto di vicinanza e di piena disponibilità. E soprattutto di rinforzare quella relazione intensa e supportante che rappresenta lo strumento indispensabile per accompagnare serenamente il bambino nel suo percorso di crescita.

Un tempo di qualità adulto – bambino

La lettura, come il gioco, rappresenta un’occasione per stare con il bambino, per fare qualcosa di gratificante insieme a lui. Proposta fin dall’età prescolare, sicuramente facilita gli apprendimenti, ma costituisce prima di tutto un utile strumento di relazione.

Evidentemente, infatti, un bambino piccolo per approcciare un libro ha bisogno della mediazione dell’adulto. Ed è importante che il momento della lettura sia qualcosa di piacevole prima di tutto  per l’adulto, così da trasmettere la positività al bambino.

Il vieni che ti racconto una storia o il raccontami una storia dovrebbero cioè rappresentare un invito allettante a cui né l’adulto né il bambino dovrebbero potersi sottrarre. Ecco perché leggere, come del resto avviene per il gioco in casa con i bambini, dovrebbe essere un’attività non connotata come obbligo, e con assenza di preoccupazioni.


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Conoscere il bambino, conoscere se stessi

Il leggere una storia offre quindi anche la possibilità di porsi in ascolto del bambino che ci sta di fronte. Che cosa lo interessa e cosa lo attrae maggiormente? Che cosa lo spaventa e cosa lo fa invece sorridere? Perché ci richiede sempre quella storia e di quella storia quel particolare passaggio? Perché ne ha così bisogno?

Raccontare le favole ai bambini permette inoltre di ristabilire un contatto con il bambino che ciascuno di noi è stato. L’elemento davvero fondamentale è la sintonia emozionale ed affettiva che si viene a creare tra il bambino/nostro ascoltatore ed il nostro bambino interiore, con tutto il suo bagaglio di emozioni, informazioni, sensazioni.

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Leggere ai bambini le fiabe classiche: sì o no?

Alcuni genitori rinunciano a raccontare le fiabe classiche perché temono che esse possano spaventare i bambini.

In realtà le fiabe classiche sono importanti perché rappresentano simbolicamente tematiche universali con cui ogni individuo si deve inevitabilmente confrontare nella sua vita. Esse forniscono utili suggerimenti per supportare il bambino nel suo percorso di elaborazione delle emozioni.

Esse infatti narrano della lotta dei buoni (i protagonisti) contro i cattivi (gli antagonisti, che danno un volto alle paure e alle tendenze distruttive del bambino) evidenziando l’esistenza di pericoli e problemi lungo il percorso (di crescita). Ma contengono un messaggio di speranza: c’è sempre una strada per superare timori e difficoltà emotive.

 Il bambino si identifica con il protagonista delle fiabe e come lui, cerca la strada giusta. In questa impresa può procedere anche per prove ed errori, prendendosi tutto il tempo necessario, senza doverne subire alcuna conseguenza. Si muove infatti in uno spazio protetto. Ciò che viene raccontato è accaduto in un tempo lontano e in un luogo incantato, e questo crea una distanza protettiva. Inoltre, la vicinanza dell’adulto che gli sta raccontando la fiaba, funge da ulteriore elemento di sicurezza.

Cosa ci insegnano le fiabe classiche?

Ogni fiaba classica contiene in termini simbolici e rappresentativi uno specifico messaggio.

In Pollicino si tratta il problema dellabbandono da parte dei genitori. Senza alcun filtro, la  fiaba denuncia che gran parte delle difficoltà affettive che il bambino incontrerà gli verranno dai genitori. Ma, anche se piccolo piccolo, il bambino potrà superarle con l’ intelligenza e le abilità.

In Biancaneve si affronta il tema della gestione dell’invidia e della difesa dalla cattiveria altrui, grazie alla capacità di coltivare degli aiuti.

Nei Tre Porcellini si evidenzia come la costruzione delle difese richieda impegno ed ingegno e si realizzi in tre tempi: il tempo della crisi, quello della cura e il tempo della guarigione.

Qual è il momento migliore per leggere le fiabe ai bambini?

I bambini soprattutto se piccoli hanno bisogno di scandire le loro giornate in tempi ben definiti: il tempo della colazione, del gioco, del pranzo, del sonnellino, della merenda, della cena, del bagnetto, della nanna…

Anche il momento della lettura potrebbe quindi essere ritualizzato, come del resto accade spesso, e collocato dopo i pasti o prima di dormire, quando si vuole favorire nel bambino l’insorgere di uno stato emozionale di calma e di tranquillità.

Come leggere le fiabe ai bambini?

Quello della lettura dovrebbe essere un momento magico in cui l’adulto è proprio lì, completamente a disposizione del bambino, pronto a soddisfare i suoi bisogni di attaccamento e la sua sete di conoscenza.

Con le espressioni del viso, con il tono della sua voce, con la postura del corpo,  l’adulto sarà lì, accanto al bambino, per rassicurarlo e tranquillizzarlo e nel contempo per accompagnarlo nella scoperta di cose nuove.

Soprattutto per i bambini più piccoli, più che i contenuti delle storie, sono importanti le modalità con cui l’adulto le racconta. Suoni onomatopeici (il bau bau del cane, il brum brum dell’auto) emessi dall’adulto possono far scoppiare il bambino in una sonora risata.

Non smettere di leggere ai bambini!

La dott.ssa Scazzosi ci invita quindi a non smettere di leggere le fiabe ai bambini, a non accendere la tv:

Abbandonare la lettura e il racconto di fiabe significherebbe perdere la migliore occasione che abbiamo a disposizione per accedere a quel mondo fantastico in cui il bambino è immerso, fatto di realtà simboliche e di immagini.

Quindi, regalare un libro ai bambini a Natale o ai compleanni è sempre una buona idea. Ed è un regalo che fai anche a te stessa. Ma  anche il gioco è uno strumento meraviglioso per accedere al mondo fantastico del tuo bambino. Per stabilire con lui una relazione piena. Così come le filastrocche in rima per bambini.  Così come la magia di Babbo Natale. Se hai voglia, dai un’occhiata ai nostri consigli di giochi divertenti da fare con i bambini, divisi per fascia di età:

Buon divertimento e… buona lettura!