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Congedo parentale: cos’è? E come funziona? Ne hai diritto anche se non sei una lavoratrice dipendente? E qual è l’indennità? Può chiederlo anche il padre? Con l’aiuto di un avvocato rispondiamo alle 10 domande più frequenti sul congedo parentale.

La maternità obbligatoria è finita, ma vorresti restare a casa con tuo figlio ancora un po’. Magari mentre cerchi una brava babysitter per quando tornerai al lavoro. Se vuoi capire meglio come funziona il congedo parentale, continua a leggere. Insieme all’avvocato Francesca Romana Frittelli, del Foro di Roma, abbiamo risposto ai dubbi più frequenti dei genitori. Intanto, cominciamo a chiarire di cosa si tratta.

1. Che cosa è il congedo parentale?

Il congedo parentale è un periodo di congedo che i genitori possono chiedere per prendersi cura dei figli dopo la fine del congedo maternità, mantenendo il posto di lavoro e ricevendo un’indennità. Può essere utile se ancora non sei pronta a lasciarlo con qualcun altro oppure non hai ancora deciso tra nonni, nido o babysitter.

Attenzione quindi a non confondere congedo parentale e congedo maternità. Il congedo maternità è un congedo obbligatorio che va dalle ultime settimane di gravidanza ai primi due o tre mesi di età del bambino. Il congedo parentale, invece, è facoltativo, e dura 3 o 6 mesi, a seconda del tipo di contratto di lavoro del genitore. Diversa anche l’indennità che si riceve: per il congedo parentale è intorno al 30% della retribuzione media. Mentre per il congedo maternità arriva all’80%.

Il congedo parentale spetta a molte categorie di mamme lavoratrici e – cosa importante – anche ad alcuni papà.  Con differenze per quanto riguarda durata e retribuzione, che dipendono dal tipo di contratto del genitore e dall’età del bambino. Vediamo meglio.

2. Congedo parentale 2019: chi ne ha diritto?

Parliamo prima di tutto del congedo parentale per le mamme. Ne hanno diritto – quasi – tutte le mamme che lavorano come dipendenti, ma anche quelle che lavorano come parasubordinate (cococo) o autonome, se hanno determinati requisiti. 

Mamme lavoratrici dipendenti

Se sei una lavoratrice dipendente, quasi sicuramente hai diritto al congedo parentale. Restano escluse da questo diritto solo le lavoratrici a domicilio e le lavoratrici con contratto di lavoro domestico. Purtroppo, infatti,  babysitter colf e badanti devono tornare al lavoro alla fine della maternità obbligatoria.

Mamme lavoratrici parasubordinate e autonome

Anche se sei una mamma parasubordinata – cococo per esempio – potresti avere diritto al congedo parentale. Per chiedere il congedo e la relativa indennità all’INPS è necessario:

  • avere un rapporto di lavoro in corso
  • aver pagato almeno 3 mesi di contributi alla gestione separata negli ultimi 12 mesi
  • non ricevere una pensione
  • non essere iscritta a forme di previdenza obbligatoria, per esempio le casse previdenza dei giornalisti o degli avvocati.  ( Non puoi chiedere l’indennità di congedo parentale all’INPS ma potrai chiederla alla tua cassa).

Sei una commerciante, una professionista o hai una piccola impresa? Anche in questo caso avrai diritto al congedo parentale come lavoratrice autonoma. Per ottenerlo, però, devi aver pagato i contributi del mese precedente a quando inizia il congedo.  

Qualunque sia il tipo di lavoro che presti (dipendente, parasubordinato o autonomo), dovrai astenerti dal lavoro per tutta la durata del congedo. Se no, che congedo è?

3. Congedo parentale padre

Attenzione a non confondere congedo di paternità e congedo parentale. I termini sono simili, ma si tratta di due congedi molto diversi. Il congedo di paternità – come il congedo di maternità – è legato alla nascita del bambino: è obbligatorio, dura solo pochi giorni ed è retribuito al 100%. Serve al papà per essere presente alla nascita del figlio e magari restare a casa i primi giorni dopo la nascita.

Il congedo parentale, invece, come abbiamo visto dura alcuni mesi e si può chiedere, in alcuni casi, fino ai 12 anni di età del bambino. L’indennità che si riceve però, come per le mamme, è di circa il 30% della retribuzione.

Hanno diritto al congedo parentale i padri lavoratori dipendenti, anche se la madre del bambino non lavora.

4. Ma quanto dura?

La durata del congedo parentale dipende dal tipo di contratto di lavoro. Le mamme e papà con contratto di lavoro dipendente sono i più fortunati: possono chiedere fino a 6 mesi di congedo parentale, da prendere entro i 12 anni del bambino. Insieme, però, non possono chiedere più di 10 mesi. Che diventano 11 se è il papà a prenderne almeno 3.  Le lavoratrici iscritte alla gestione separata o auotonome, invece, potranno avere solo 3 mesi di congedo parentale, da godere entro il primo anno di età del bambino.

Qualunque sia la durata, il congedo può essere preso tutto insieme oppure frazionato in settimane, giorni o anche ore. Questo significa che puoi chiedere un congedo anche di sei mesi tutti insieme, oppure puoi chiedere due mesi, poi tornare al lavoro e poi chiedere altri due mesi. Puoi chiedere singoli giorni di congedo. O ancora, puoi chiederlo a ore. 


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5. Quando il congedo parentale non è retribuito?

E adesso veniamo all’altra questione importante: quanto si prende con il congedo parentale?  Per le lavoratrici parasubordinate e autonome, l’indennità per congedo parentale è circa del 30% della normale retribuzione. (Per le autonome si calcola su una “retribuzione convenzionale” stimata dall’INPS per le diverse categorie di lavoratori).

Per le lavoratrici dipendenti, invece, l’indennità dipende dall’età del bambino e in alcuni casi non è retribuito. Fino a 6 anni, l’indennità è pari al 30% della retribuzione media. Dopo i 6 anni del bambino, invece, il congedo parentale è retribuito al 30% solo se il reddito è inferiore a una certa soglia. E tra gli 8 e i 12 anni del bambino il congedo parentale non è retribuito.

L’indennità per congedo parentale, poi,  non prevede il pagamento della tredicesima né del Tfr. 

6. Congedo parentale a ore: come funziona?

La cosa bella del congedo parentale è la flessibilità: se hai diritto, per esempio, a 3 mesi di congedo puoi decidere di goderli tutti insieme, oppure prendere solo qualche settimana e conservare il resto per dopo, oppure ancora frazionare il congedo in ore. La legge prevede la possibilità del congedo parentale a ore già da alcuni anni. I detttagli dovrebbero essere definiti dai diversi contratti di settore. Ma, se sei un lavoratore dipendente e il tuo contratto non lo specifica, puoi comunque tornare al lavoro ma chiedere il congedo parentale per metà dell’orario medio giornaliero. Quindi se lavori 8 ore, potrai chiedere 4 ore di congedo invece di prendere l’intera giornata. Il periodo complessivo, del congedo, naturalmente, non cambia.

7. Congedo parentale a ore o permesso per allattamento?

Ma allora, meglio prendere mezza giornata per congedo parentale o un permesso per allattamento? Potendo scegliere, meglio il permesso per allattamento. Perché il congedo parentale è retribuito solo al 30% . Però il permesso per allattamento dura solo fino a un anno del bambino. Mentre il congedo parentale si può chiedere anche  fino a 6 anni.  Ricorda che i due permessi non sono compatibili: non potrai chiedere nella stessa giornata 2 ore di permesso per allattamento e 4 ore di congedo parentale.  Dovrai scegliere l’uno o l’altro, anche se si riferiscono a figli diversi.

8. Congedo per genitori adottivi e affidatari

Anche i genitori adottivi o affidatari hanno diritto al congedo parentale, con le stesse modalità dei genitori naturali. In questo caso, la durata del congedo si misurerà a partire dall’ingresso in famiglia del bambino. Sempre entro la minore età del bambino.

9. E se hai gemelli?

In caso di gemelli, la durata del congedo si moltiplica. A differenza di quanto avviene per la maternità obbligatoria – che dura sempre lo stesso periodo di tempo, sia che si tratti parto gemellare che di parto singolo – nel caso del congedo parentale si ha diritto ad un uguale periodo di congedo per ogni figlio. Per esempio: una lavoratrice dipendente mamma di 2 gemelli avrà diritto a 12 mesi di congedo parentale, 6 per ogni figlio.

10. Come fare domanda

La domanda deve essere fatta all’INPS. Se decidi di goderlo tutto insieme, basterà una sola domanda. Se invece vuoi prenderlo frazionato, dovrai presentare una domanda all’inizio di ogni periodo di congedo. Puoi presentare il modulo di domanda anche online sul sito dell’INPS (ma devi avere il PIN) oppure puoi farlo al telefono tramite contact center INPS . In alternativa, puoi farti aiutare da un patronato.

Il congedo parentale, l’abbiamo detto, è facoltativo. E se stai pensando di tornare al lavoro al termine della maternità obbligatoria, dai un’occhiata alla nostra Guida pratica: rientro al lavoro dopo un figlio.