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Hai appena saputo che la tua baby sitter è incinta. Aiuto! Come mamma, naturalmente, sei contenta per lei. Ma cominci a farti mille domande: e ora dove la trovo un’altra baby sitter? E i bambini come reagiranno al cambiamento? Fino a quando potrà lavorare? Devo pagare il periodo di maternità? Abbiamo chiesto all’avvocato Paola Mandarini, Responsabile dell’ufficio di Roma di Assindatcolf  Associazione Nazionale dei Datori di LAvoro Domestico, di aiutarci a capire come affrontare la situazione.

La mia baby sitter è incinta. E adesso?

Le baby sitter sono quasi esclusivamente donne, spesso giovani. Dunque, che la baby sitter rimanga incinta è un fatto prevedibile! L’importante è saperlo per tempo, in modo da avere tempo per organizzarsi, trovare una sostituta, e abituare i bambini alla baby sitter nuova. Il rapporto tra te e la tua baby sitter è basato sulla fiducia, quindi riuscirete a gestire la situazione insieme, nel modo migliore per il bene dei bambini.

Vediamo prima di tutto che cosa prevede il CCN Lavoro Domestico quando la baby sitter è incinta: la baby sitter ha diritto a mantenere il posto di lavoro, a godere di alcuni mesi di congedo e – se ha accumulato abbastanza contributi – a ricevere un’indennità di maternità. La buona notizia è che l’indennità di maternità sarà pagata dall’INPS e che tu non dovrai occuparti di nessuna pratica amministrativa. Deve fare tutto la baby sitter. Sarà lei a comunicare all’INPS il suo stato di gravidanza e a chiedere l’indennità.

Un caso particolare è quello della tata convivente. Se vive a casa tua, oltre a conservare il posto di lavoro, la tata ha diritto anche a rimanere in casa durante la gravidanza e fino a tre mesi dopo la nascita del bambino. A meno che non scelga volontariamente di trasferirsi altrove.

Fino a quando può lavorare la baby sitter incinta?

La baby sitter incinta può continuare a lavorare fino a due mesi prima della data presunta del parto. E deve tornare al lavoro tre mesi dopo la nascita del bambino. I classici 5 mesi di congedo, insomma, divisi in 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo. Dovrai chiedere, quindi alla baby sitter un certificato di gravidanza, con la data presunta del parto, per stabilire la data di inizio del congedo di maternità.

Se però se la sente, la baby sitter può scegliere di ripartire diversamente i cinque mesi di congedo, continuando a lavorare fino alla fine dell’ottavo mese e rimanendo a casa un mese in più dopo il parto. Questa è una decisione che spetta a lei. In alcuni casi, lavorare un mese in più può servirle per maturare i contributi che servono per avere diritto all’indenità di maternità. Per ottenerla servono 52 settimane di contributi nei 2 anni precedenti l’inizio del congedo di maternità o 26 settimane nei 12 mesi precedenti). Se decide di lavorare fino all’ottavo mese, però, la baby sitter dovrà farti avere il certificato di un ginecologo che attesta che può continuare a lavorare senza mettere in pericolo la sua salute e quella del bambino. Se invece la gravidanza è a rischio, la baby sitter può andare in maternità anticipata. In questo caso, servirà un certificato dell’Ispettorato del lavoro. O del ginecologo della Asl.

In ogni caso, finito il periodo di cinque mesi di maternità (o di più se la gravidanza è a rischio), la baby sitter deve tornare al lavoro. Le lavoratrici domestiche infatti, al contrario delle lavoratrici in altri settori, non hanno diritto al Congedo parentale.

Posso licenziare la baby sitter incinta?

No, quando la baby sitter è incinta non può essere licenziata. Questo divieto vale dall’inizio della gravidanza e per tutto il periodo della maternità obbligatoria, quindi fino a tre mesi dopo la nascita del bambino. Ci sono solo due casi in cui è possibile licenziare una baby sitter durante la gravidanza. Il primo è se la baby sitter era già incinta quando l’hai assunta e te lo ha tenuto nascosto. In questo caso, è evidente, la baby sitter ha violato il rapporto di fiducia che dovrebbe essere alla base dell’accordo con la famiglia. Quindi, la legge consente il licenziamento.

Il secondo caso in cui è possibile licenziare una baby sitter incinta è per giusta causa, cioè per una mancanza così grave da non permettere una continuazione del rapporto di lavoro. Qual è considerata una “giusta causa” per il licenziamento? Per esempio, la baby sitter colta in flagranza mentre commette un furto o che si assenta senza giustificazione per più di cinque giorni.

Alla fine del perido di maternità obbligatoria – quindi tre o quattro mesi dopo la nascita del bambino – la baby sitter come dicevamo dovrà tornare al lavoro. E a questo punto, in teoria, il datore di lavoro potrebbe licenziarla. In questo caso, però, dovrà dare un preavviso doppio rispetto al normale. Il periodo di preavviso per i lavoratori domestici varia da un minimo di 8 a un massimo di 30 giorni, e dipende dall’anzianità lavorativa della baby sitter e da quante ore lavora a settimana.


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Chi paga la baby sitter in maternità?

Durante il periodo di congedo obbligatorio per maternità la baby sitter ha diritto di conservare il posto di lavoro. Questo non significa che dovrai continuare a pagarla! Come abbiamo già detto, la baby sitter potrà ricevere dall’INPS un’indennità di maternità. O, se non ha diritto all’indennità, potrà comunque chiedere all’INPS l’assegno di maternità. Inoltre, mentre la baby sitter è a casa in maternità non dovrai neanche pagare i contributi previdenziali.

Attenzione, però. Dato che  la baby sitter incinta ha diritto a conservare il posto di lavoro, il contratto resta in essere a tutti gli effetti. Che cosa significa esattamente? Significa che, durante il congedo per maternità, la baby sitter continua a maturare l’anzianità lavorativa e a ricevere la busta paga. La retribuzione sarà “zero” ma dovrai continuare a conteggiare e accantonare il rateo per:

  • le ferie al 100%, come se la baby sitter continuasse a lavorare le ore previste dal contratto
  • il Trattamento di Fine Rapporto, anche questo al 100%
  • la tredicesima, ma in questo caso pagherai solo il 20%. Il resto sarà pagato dall’INPS.

Per questo, mentre la baby sitter è in maternità, dovrai comunque continuare a preparare la busta paga ogni mese.

La baby sitter in sostituzione

E fino a qui abbiamo parlato di contratto, busta paga e retribuzione. Ma quando scopri che la baby sitter è incinta, la prima preoccupazione è in realtà quella di cominciare subito a cercare un’altra baby sitter. Se hai già una baby sitter a chiamata, quella che risolve gli imprevisti o che entra in scena quando la tua baby sitter “principale” ha l’influenza, tutto sarà più semplice perché potrebbe essere lei la naturale sostituta.

In ogni caso, l’inserimento con la nuova baby sitter sarà più facile, perché la “vecchia” baby sitter potrà aiutarti facendo un periodo di affiancamento. Per un periodo, dunque, avrai non una ma due baby sitter!

Ma come mettere in regola la nuova baby sitter? Con quale contratto? Se la baby sitter incinta è assunta con un contratto a tempo indeterminato, la cosa migliore è assumere la nuova con un contratto “in sostituzione”. Questo tipo di contratto ti permette di continuare a pagare gli stessi contributi che pagavi prima. La tua spesa, insomma, non cambierà. Se invece stipuli un contratto a tempo determinato ( invece del contratto ” in sostituzione”), pagherai contributi più alti, perché il lavoro a tempo determinato prevede contributi maggiori.  Il contratto “in sostituzione” si risolve quando la baby sitter sostituita termina il periodo di maternità e può tornare al lavoro.

Quando la baby sitter torna al lavoro

Alla fine della maternità obbligatoria – quindi 3 o al massimo 4 mesi dopo la nascita del bambinio – la baby sitter dovrà tornare al lavoro. Le baby sitter infatti, come le altre lavoratrici domestiche ( colf, badanti, cuoche) non hanno diritto al Congedo parentale, né a godere di un orario ridotto o permessi per l’allattamento, come avviene per le lavoratrici di altri settori.

Le lavoratrici domestiche hanno meno diritti delle altre madri lavoratrici, perché la legge tende a conciliare le esigenze della lavoratrice e quelle delle famiglie. Quindi nel momento in cui torna al lavoro, dopo la maternità, la baby sitter riprende il suo contratto come era prima della maternità.

Qualche consiglio finale

Sì, venire a sapere che la baby sitter è incinta è uno scossone alla routine familiare. Ma una volta trovata la baby sitter in sostituzione tutto rientra nei normali binari. Chiedi alla baby sitter incinta di aiutarti con l’inserimento della nuova baby sitter, ma non delegare completamente; è importante che le istruzioni per la baby sitter nuova vengano comunicate da te, e non siano passate da baby sitter a baby sitter senza il tuo intervento.

Perché il passaggio avvenga serenamente, hai bisogno di tempo per scegliere con calma una brava baby sitter e per abituare i bambini alla novità. Quando la baby sitter è incinta dovrebbe informarti il prima possibile. Ma, sapendo di creare un problema, potrebbe essere tenta di rimandare la comunicazione. Per questo ti consigliamo di affrontare l’argomento con la tua baby sitter all’inizio del rapporto di lavoro, rassicurandola e spiegando quanto sia importante – per te e per la serenità dei bambini – essere informata il più presto possibile.

E tu come hai gestito la situazione “baby sitter incinta”?